Con grande curiosità si assiste, da un po’ di tempo a questa parte, ad un importante fenomeno di inversione di tendenza, riguardante il settore della pubblicità e del marketing.
Le grandi Aziende, infatti, abbandonate – o, quantomeno, accantonate – le metodologie di sponsorizzazione dei propri prodotti “classiche” (si pensi agli spot televisivi ovvero alla cartellonistica), prediligono, con crescenza sempre maggiore, affidare il proprio messaggio pubblicitario a singoli personaggi, o a gruppi ristretti di essi, avvalendosi del mondo dei Social (su tutti Instagram, ma anche Youtube, Twitter e Facebook), che permette, con ottimi risultati in termini di resa e di strategia, di pubblicare contenuti online che contengano messaggi di tipo commerciale.
Ciò, innanzi tutto, per via dell’indiscusso vantaggio di avere, mediante la scelta di un Testimonial con una propria fanbase fidelizzata ed affezionata, un target di clientela accuratamente selezionato.
Tale innovativa pratica di comunicazione e di veicolazione dei più disparati prodotti commerciali se, da un lato, ha favorito le Aziende nell’attività di sponsorizzazione, ha ingenerato, come effetto immediato, una crescente attenzione verso le esigenze del destinatario finale di tali messaggi commerciali: il Consumatore.
Come noto, infatti, principio regolatore della materia risiede nel fatto che la comunicazione commerciale debba sempre essere riconoscibile come tale.
In Italia l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, data la concreta possibilità che tali comunicazioni sfocino in pratiche commerciali disoneste e distorsive, ha invitato tutti gli operatori del settore ad adeguarsi alle prescrizioni del Codice del Consumo, in modo tale da fornire univoche linee guida volte a tutelare il Consumatore.
Esse, per lo più, vertono in materia di trasparenza nella comunicazione fornita dai Content Creators, invitandoli a rivelare la reale natura del messaggio.
Di tali linee guida, in particolare, gli Influencers italiani hanno fatto tesoro, adeguandosi ad un canale comunicativo improntato alla chiarezza, alla trasparenza ed alla correttezza circa la natura del rapporto sotteso al contenuto pubblicato.
Non è, difatti, infrequente, soprattutto sui canali Instagram dei medesimi, che gli stessi inseriscano hashtag, all’interno dei copy che accompagnano i post, contenenti termini come #adv #suppliedby #giftedby #sponsoredby.
Andiamo a vedere, in concreto, a quali tipologie di rapporti contrattuali facciano riferimento tali termini, cercando di dipanare la fitta matassa per acquisire una maggiore consapevolezza circa l’utilizzo del mondo dei Social network.
Con gli hashtag #adv #advertising #sponsoredby #pubblicizzato et similia, situati all’interno del contenuto digitale in posizione di preminenza ed unitamente al tag della Committente, si va ad identificare un vero e proprio rapporto di committenza tra il Brand individuabile all’interno del post, del video o della storia e l’Artista, che si fa ambasciatore, dietro corrispettivo, di un determinato messaggio di stampo pubblicitario. In parallelo, i Social network principali si sono allineati alle linee guida volte ad evitare politiche distorsive del mercato, mettendo a disposizione dei Creatori di contenuti digital specifici strumenti atti a rendere inequivocabile agli utenti l’attività di sponsorizzazione.
Non è, altresì, infrequente l’utilizzo di hashtag del tenore #gift, #giftedby, #regalo, #prodottofornitoda e similari. Mediante l’inserimento dei predetti all’interno del contenuto, il Creator intende rendere inequivocabile ed esplicito ai propri followers che, sebbene svincolato da un rapporto di committenza (non ricevendo, pertanto, dal Brand un contributo economico per la creazione del contenuto digitale), il prodotto o servizio citato nel post, nella storia o nel video non sia stato dallo stesso acquistato, ma sia stato ricevuto in regalo dall’Azienda titolare del marchio. In tale, ultimo caso, logicamente, non sussistendo un rapporto di sponsorizzazione, il Creator non sarà vincolato alle rigide cautele imposte dalla disciplina precedentemente citata, ma sarà, parimenti, tenuto a fornire il disclaimer, una mera informativa, riguardante la natura del rapporto.
Mediante l’utilizzo dei predetti hashtag, nonché con le doverose cautele e strumenti messi a disposizione dai Social Network medesimi, l’intento commerciale di una data pubblicazione appare di palmare evidenza e diviene, per tale ragione, di immediata percezione da parte del Consumatore.
La trasparenza nel digital marketing, oltre ad avere l’indiscusso vantaggio di mettere a riparo l’utente da politiche commerciali distorsive o addirittura occulte, ha permesso altresì alle Aziende di avere un approccio strategico qualitativamente migliore nell’elaborazione di campagne pubblicitarie mirate.
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Avv. Lavinia Scannerini
Artista visionario mancato, ghermito dalle maglie dell’evoluzione del diritto della proprietà intellettuale nell’era digitale